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La grande occasione perduta al Rally di Sardegna 1967

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Un nuovo ricordo del nostro collaboratore  Bruno  “Brunin” Ferraris

Lanciatissimi per il grande risultato ottenuto a Sanremo, nel 1967 decisi di avventurarmi oltre mare al rally di Sardegna. Comunicai subito le mie intenzioni alla Autobianchi, che tramite il suo Amministratore delegato dr. Cinzano mi aveva inviato una lettera di congratulazioni ed un porta chiavi in oro per il risonante piazzamento, chiedendo un intervento per sostenere la mia prossima gara. Speravo in una vettura, fu solo un grosso quantitativo di materiale e un furgone che mi avrebbe dato assistenza dove possibile, cosa molto complicata essendo il percorso di oltre 1500 Km.

Dopo aver cercato di preparare nel migliore modo possibile la trasferta, venne il giorno stabilito per poter imbarcare la vettura per Porto Torres. Nel 1967 non esistevano i traghetti odierni gli autoveicoli venivano imbragati e depositati con la gru sul ponte della nave. Alla partenza in serata trovammo altri concorrenti tra i quali alcuni già conosciuti: Cavallari, Tecilla e Bernacchini con i quali dividemmo una simpatica cena. La traversata, iniziata sotto ottimi auspici di un mare calmo, diventò nella notte un incubo ed all’arrivo al mattino schizzai giù dalla nave come un fulmine. Qui avvenne il fattaccio: Piero Sodano, rimasto a gestire lo scarico della vettura, mi chiese le chiavi ed io, terrorizzato da dover risalire a bordo, gli dissi che gliele avrei lanciate. Fatto e le chiavi in mare… risultato: rottura del deflettore per poter prendere le doppie chiavi, naturalmente, erano sull’auto.

Finalmente arrivammo a Cagliari, all’albergo situato al Poetto dove già c’erano altri concorrenti ben più blasonati di noi: Cella, Munari, Bettoja, Filippi, Angiolini e molti altri. Due giorni di prove, anche notturne, in giro per il territorio sardo con qualche sobbalzo sul sedile quando, improvvisamente, ci trovavamo la strada sbarrata per i controlli dei militari, che davano la caccia al famoso latitante Graziano Mesina, con tanto di taglia stampata su grandi manifesti: 5 milioni.

Partenza con il n. 32 in notturna tra una gran folla e subito nel buio dei monti della Barbagia. Strade in terra battuta che sollevava un specie di “borotalco”, che si infiltra ovunque, costringendoci ad usare il fazzoletto inumidito messo sul naso per respirare meglio.

Purtroppo la polvere penetrava nel vano motore e nelle boccole dei leveraggi del cambio al volante rendendo il cambio marcia difficoltoso; tuttavia la gara procedeva veramente bene, eravamo sicuramente nelle prime 10 posizioni. Ad uno dei pochissimi CO dove si arrivava con qualche minuto di anticipo, spensi il motore che, al momento della ripartenza, non volle saperne per 12 lunghi minuti, interrotti solo da acqua versata sulla pompa della benzina, consiglio dato da Bernacchini, giunto nel frattempo: il gran caldo aveva prodotto il cosiddetto vapor look. Il regolamento, in seguito cambiato, prevedeva di poter recuperare il tempo perso, ma non fui in grado del totale recupero e la mia posizione in classifica all’arrivo fu sedicesimo: grande occasione persa, peccato.

Un ricordo particolarmente curioso fu che Cavallari pregò Munari di darci un passaggio all’aeroporto. Bellissima gara, bellissimo attraversare l’isola in lungo e in largo, bellissima esperienza. Nel 1968 la lunghezza del rally fu di 2080 Km: mica male…

Bruno  “Brunin” (per gli amici) Ferraris