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Fiat 500, un’auto dalle mille sfaccettature

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(ph: Fiat 500 Club Italia)

Un’insolita visita al Museo intitolato a Dante Giacosa, l’inventore del “cinquino”

Approfittando di un’opportunità inaspettata, ho avuto l’occasione di andare a Garlenda e visitare la sede del “FIAT 500 Club Italia” definito anche “Il più grande Club di modello al mondo”.



Malgrado la FIAT 500 sia un modello arcinoto e ben conosciuto da tutti, la visita al museo multimediale della 500 intitolato a “Dante Giacosa” – un valentissimo ingegnere e papà della 500 – , mi ha dato la possibilità di scoprire alcune delle mille sfaccettature della FIAT 500 magari ignote al grande pubblico.

All’entrata del museo, un modello di “Formula 875 Monza” rosso corsa accoglie i visitatori, un modello “formula” nato nella metà degli anni ’60 voluto e promosso dal duo Luigi Bertett e Romolo Tavoni per dare l’opportunità ai giovani piloti di cimentarsi in pista con un costo contenuto “875.000 Lire”: era il costo massimo che doveva avere l’auto. La scelta (obbligatoria) cadde sul motore della “FIAT 500 giardiniera” un motore di soli 500 cmc di cilindrata che abbinava robustezza, economicità ed una geometria “a sogliola”, che ben si sposava con la forma affusolata di una vettura “Formula”, e che diventò una ottima “palestra” per i preparatori di auto da corsa.

Dante Giacosa, per non infastidire la neonata FIAT 600, fu costretto a concepire un progetto estremamente economico riducendo il più possibile i costi. Cominciando dalla scelta di un motore bicilindrico raffreddato ad aria per ridurre il numero di pezzi ed eliminare contemporaneamente componenti non indispensabili come radiatore, pompa dell’acqua e condotti di raffreddamento all’interno del monoblocco; per non parlare del tetto, sostituito da una tela impermeabile che poteva essere rimossa ed arrotolata fino al lunotto posteriore, quest’ultimo realizzato in materiale plastico trasparente. In aggiunta a ciò, l’eccezionale inventiva di Giacosa si spinse oltre, riuscendo a concepire un sistema per ridurre gli sfridi di metallo, durante lo stampaggio della realizzazione della intelaiatura della porta e della fiancata (che erano degli scatolati), riducendo contemporaneamente anche il lavoro alle presse di stampaggio lamiere, soluzione che fa parte di una delle tante “chicche” tecnologiche che si possono trovare ben spiegate all’interno del museo.

Schema di stampaggio degli scatolati della porta e della fiancata della FIAT 500

In pratica Giacosa concepì di stampare da due fogli di lamiera, sia la parte interna della portiera che quella esterna della fiancata e nel secondo foglio l’opposto, la parte esterna della portiera, assieme a quella interna della fiancata, così come bene illustrato dai disegni riportati.

Proseguendo nella visita, ci si avvicina alla parte “officina” del museo, dove fanno bella mostra di sè le due versioni (ben restaurate) del motore bicilindrico che equipaggiava la FIAT 500 sia nella versione berlina a 2 cilindri verticali (Motore tipo 110F – alesaggio 67,4 mm x corsa 70 mm – potenza 18 CV a 4600 g/min) che in quella della giardinetta a 2 cilindri orizzontali (Motore tipo 120 – alesaggio 67,4 mm x corsa 70 mm – potenza 17,7 CV a 4600 g/min).

Quest’ultimo motore, così detto “a sogliola”, è forse un capolavoro di tecnica made in Fiat, dalle grandissime possibilità e caratterizzato da una grande flessibilità d’impiego, che spaziava dalla “Formula 875 Monza” alla popolarissima “Giardinetta”, fino ad arrivare al Pick-up “Ziba” presente nel museo. Grazie a questo motore a sogliola, la FIAT 500 Giardinetta ebbe una lunga vita, prolungata anche dalla decisione della Casa madre di farla produrre dalla Autobianchi. Un’auto semplice, dalla meccanica robusta ed affidabile che consentiva il trasporto di oggetti voluminosi e/o con pesi superiori a quelli gestiti normalmente da mezzi di livello superiore: queste peculiarità, malgrado le non elevate prestazioni velocistiche, le consentirono di rimanere in produzione per ben 17 anni dal 1960 al 1977.

Lasciato l’angolo “officina”, attraversando un corridoio tappezzato di stampe dell’epoca e da una collezione nutrita di modellini della FIAT 500 in diverse scale, si giunge alla sala Cinema e conferenze dove, su di uno schermo apposito, possono essere proiettati filmati a supporto di conferenze dedicate al mondo dell’auto.

In ultimo, di fianco alla sala cinema, ci sono due semi-modelli di FIAT 500 su cui sono installati due simulatori di guida – uno è per una guida di tipo sportivo, l’altro ha maggiormente uno scopo propedeutico e didattico di guida sicura – al fine di aumentare la conoscenza dei segnali stradali ed il regolamento normato dal codice della strada.

E’ interessante ricordare che tra le varie attività promosse dalla FIAT negli anni ’70, c’era il “Servizio Motori”, concepito al fine di ridurre i periodi di “fermo officina” in caso di manutenzioni importanti ed onerose, un servizio che consentiva all’utente FIAT di ottenere un motore nuovo in sostituzione di quello vecchio scegliendo fra la formula “Motori alleggeriti” e “Motori semi-completi”; seguendo la filosofia che alcune parti meno sottoposte ad usura possono essere recuperate dal motore vecchio e quindi ridurre il costo della sostituzione complessiva del propulsore. Fondamentalmente la formula “Motori alleggeriti”, riducendo i lavori “accessori” di smontaggio rettifica e rimontaggio dei pezzi da sostituire o ricondizionare, riduceva i tempi di “fermo officina” mentre la formula “Motori semi-completi”, più ricca, proponeva una sostituzione più completa ma più onerosa dei vari componenti realizzando una ulteriore riduzione dei tempi di attesa, ed era indirizzata a quelle officine meno dotate di mano d’opera più specializzata. Inoltre, la FIAT per rendere il servizio più attraente, forniva una garanzia di 6 mesi sul motore sostituito.

Nell’altra parte del museo è esposta una raccolta di ben 151 modelli realizzati partendo dalla base della FIAT 500, collezione che fa da sfondo ad una sala dove sono esposti alcuni modelli FIAT 500.

In questa sala sono esposti alcuni dei modelli più significativi della storia della FIAT 500, dalla prima 500 D per passare alla più briosa ed elegante “Fiat Giannini GT – 700 R”, propulsa da un motore di 690 cmc capace di erogare ben 34 CV e capace di spingerla ad oltre 125 Km/h, per finire ad una “interpretazione” della sportivissima Fiat 595 Abarth dotata però di un motore da 800 cmc capace di erogare ben 50 CV a 7.500 g/min.

Durante la visita ho avuto la possibilità di ammirare due modelli unici, che sono delle vere e proprie rarità. Il primo è una FIAT 500 “D” versione “Polizia” (temporaneamente in prestito): quello esposto è uno degli unici due modelli che il Ministero degli Interni assegnò alla Questura di Napoli, tra il 1964 ed il 1965, al fine di potere essere impiegati nelle isole dell’arcipelago campano e nei vicoli del centro storico di Napoli fino al 1976. Il secondo modello è un Pick-Up realizzato dalla carrozzeria Ghia chiamato Ziba utilizzando la meccanica FIAT 500 giardinetta.

Vorrei chiudere questa esposizione ricordando l’Ingegnere Dante Giacosa l’illuminato “padre” della Fiat 500 che è riuscito nell’arduo compito di “motorizzare” l’Italia grazie all’avere concepito e realizzato un’auto “minimal” ed essenziale.

Testo e foto di Flavio Scopinich