Le classiche auto da corsa hanno 2 assi e 4 ruote, ma esistono alcune eccezioni dove il numero di ruote sale a 6, la più famosa è stata la Tyrrel Project a 6 ruote e 3 assi (2 anteriori ed 1 posteriore), oppure la Covini 6WD che pur non essendo da corsa ma da elevate prestazioni, si è chiaramente ispirata alla Tyrrel P34 del 1976.
La realizzazione di auto a 6 ruote, oltre alla Tyrrell, che abbandonò il progetto P34 nel 1978, coinvolse altre squadre di F1 che copiarono la Tyrrell, realizzando vetture sperimentali, che non parteciparono mai a competizioni. La Lotus nel 1977 realizzò una vettura con 4 ruote anteriori; anche la Williams nel 1982 e, ancora prima la March, realizzarono vetture a 4 ruote posteriori che però non corsero mai. Successivamente la FIA stabilì l’obbligo delle sole 4 ruote, facendo svanire ogni velleità di ulteriori sviluppi.
Ma tutte queste auto hanno una anziana progenitrice e precisamente la ALTA che adottava la soluzione di ruote gemellate per fare le gare in salita. La ALTA (Alta Car & Engineering Company) era una piccola fabbrica inglese di auto sportive, le cui vetture parteciparono al Campionato Mondiale Costruttori agli inizi degli anni ’50 (1950-1952), ed anche ad alcuni G.P. La ALTA era una fabbrica completa, era anche in grado anche di commercializzare i propri potenti motori ad altri piccoli costruttori inglesi come “Connaught” ed “HWM” (Hersham and Walton Motors ), che era una prosecuzione della Aston Martin, della quale aveva acquisito i diritti nel 1951.
La compagnia nacque nel 1926 a Surbiton nella contea del Surrey (poco lontano da dove abitavo io quando lavoravo a Londra), il primo motore fu un 1,1 litri con blocco in alluminio ed una distribuzione a doppio albero a camme in testa, fornito nelle versioni aspirata (49 CV) oppure sovralimentato (79 CV), che veniva abbinato ad un cambio a 4 marce sincronizzato oppure no, a seconda della scelta del cliente.
Questa configurazione fu seguita successivamente da altri motori di cilindrata maggiore da 1,5 litri e 2,0 litri, con quest’ultima configurazione il motore era capace di spingere la ALTA ad oltre 190 (Km./h.) velocità davvero considerevole per una 2 litri dell’epoca. Un intelligente e semplice sistema di accoppiamento motore – auto consentiva di installare o sostituire facilmente il motore da 1,5 litri con quello da 2,0 litri, dando così la possibilità ai proprietari che avevano un budget limitato, di potere correre con la stessa auto in 2 classi differenti, senza dovere acquistare 2 auto distinte.
Nel 1937 vennero adottate le sospensioni indipendenti per l’asse anteriore, che garantivano una maggiore stabilità ed inserimento nelle curve, e proprio questa notevole maneggevolezza rese l’auto molto performante nelle gare in salita, ma la elevata potenza generata dal poderoso motore creava problemi di durata delle gomme del treno posteriore.
Dato che i costruttori di pneumatici non erano ancora capaci di realizzare pneumatici con il battistrada allargato, alla ALTA decisero di aggiungere 2 ruote all’assale posteriore creando così un’auto con le ruote gemellate sull’asse posteriore, potendo così garantire una maggiore superficie di contatto fra pneumatico ed asfalto.
Nel 1934 la ALTA mise in produzione un’auto concepita esclusivamente per le corse, realizzando una monoposto molto leggera, che acquisì una notevole reputazione per le sue prestazioni su gare brevi come gare in salita oppure prove cronometrate su distanza corta (tipo prove speciali dei rally).
Alta risultava essere un’auto molto competitiva con dei costi ragionevoli e molto più a buon mercato rispetto alla più costosa “ERA”. Tuttavia la mancanza di affidabilità nelle competizioni sula lunga distanza, tennero la ALTA lontano da eventi più importanti come i G.P.. Un esemplare di questa interessante ed innovativa auto tutt’oggi corre in pista, potendo così sfoderare in tutta sicurezza la esuberante potenza del suo motore.
Purtroppo l’approssimarsi della seconda Guerra Mondiale bloccò la terza evoluzione dell’ALTA, che prevedeva un nuovo motore 8 cilindri in linea, ed un telaio dotato di sospensioni indipendenti su tutti e due gli assi della vettura, progetto che alla fine del 1939 era quasi finito, purtroppo allo scoppio della guerra tutto il progetto fu congelato e la fabbrica fu destinata alla produzione bellica. Alla fine della guerra la ALTA produsse alcune Formula 2 che alla fine degli anni ’40 si fecero onore nelle varie competizioni grazie anche ad un motore da 1,5 litri supercompresso che erogava circa 240 CV abbinato ad un cambio a 4 marce.
(Testo e foto di Flavio Scopinich – altre foto dalla Rete)