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Il MAuTo omaggia Ayrton Senna

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Un’interessante mostra dedicata all’indimenticato campione di Formula 1

Per gli appassionati di F1 ed in particolare per gli estimatori di Ayrton Senna al MAuTo (Museo dell’Automobile di Torino) si presenta una ghiotta occasione: una mostra temporanea interamente dedicata ad uno dei migliori piloti di F1 che la storia automobilistica di tutti i tempi abbia potuto apprezzare, una dedica riassumibile nel motto “Ayrton Senna Forever”, che compare in uno dei manifesti della mostra.

La mostra inizia con una esposizione di tutti i caschi e delle molte tute di Ayrton Senna indossate durante la sua stellare carriera. In merito ai caschi c’è da precisare che Senna, volendo richiamare la bandiera brasiliana, ha sempre scelto una configurazione cromatica che comprendesse i colori giallo e verde, che sono i colori della bandiera brasiliana.

Nel 1974 Ayrton si avvicina al motorismo scegliendo di correre con i Go-Kart; quale “istruttore” si affida ad un ingegnere spagnolo emigrato in Brasile che di soprannome fa “Tché”, un tecnico specializzato nella preparazione di kart e motori. Sotto la guida di “Tché”, Senna (al suo debutto sui kart) vince il Campionato Paulista nella categoria Junior e “Tché” convince la famiglia delle effettive capacità e potenzialità di Ayrton sui kart; Ayrton gli sarà sempre grato per tutto quello che gli ha insegnato.

A seguito dei successi di Ayrton, nel 1978 la famiglia di Senna, tramite un amico,  riesce a convincere Angelo Parilla (titolare della DAP, un’azienda costruttrice di telai e motori per kart) di fare correre nel Mondiale il giovanissimo Ayrton. Le ovvie perplessità di Parilla di far correre lo sconosciuto Ayrton a fianco del veloce Terry Fullerton furono sorpassate in egual misura dalle insistenze dell’amico e dalla copertura economica, da parte della famiglia Senna, del budget elevato presentato da Parilla.

Il sodalizio di Senna con Angelo ed Achille (ottimo pilota di kart) Parilla divenne presto solido e vincente. A volte il pericolo è così insidioso che nemmeno te lo aspetti!

Tra le tante notizie sconosciute ai più sulla vita di Senna ma illustrate alla mostra, alcune sono relative alla figura di Liliane, sua moglie, sposata prima di partire per l’Europa , quando Ayrton aveva solo 20 anni e lei 16, che aveva 4 anni meno di lui quando la portò in Inghilterra con sé. Purtroppo per Liliane la prima passione per Ayrton erano le auto: questo atteggiamento relegò la sposa al secondo posto, così che Liliane rientrò in Brasile un anno dopo il loro arrivo nella terra di Albione.

La fama di Ayrton quale “Re della pioggia” fu conseguenza di una gara di Kart persa sul bagnato (3 testa e coda), e relativa presa in giro da parte del vincitore. Riconoscendo il suo lato debole, Ayrton cominciò ad allenarsi su una pista allagata per mesi e mesi, fino a raggiungere un controllo sul bagnato superlativo, il che lo rese famoso al mondo intero.

Appianate alcune divergenze famigliari, nel 1982 Ayrton riuscì a convincere la famiglia a rientrare in Inghilterra per gareggiare nella Formula Ford 2000 a condizione di essere accompagnato dal vecchio amico di famiglia Armando Botelho Teixera, che creo una società con il nome Senna (il cognome da nubile della madre, in quanto il cognome Da Silva fu abbandonato perché considerato troppo comune in Brasile). Si trattava di una società che curava gli interessi commerciali di Ayrton e che chiuse nel 1983. Purtroppo, Armando morì nell’estate del 1989: la sua scomparsa fu comunicata ad Ayrton solo dopo la sua vittoria al G.P. di Germania 1989. Il resto della stagione fu sotto le aspettative anche per lo sconforto che aveva pervaso Ayrton per la scomparsa del suo amico.

A volte il destino è una ruota che muovendosi torna al punto di partenza: mentre Ayrton era impegnato nel campionato di F3 con una Ralt RT3, vinceva a Silverstone la gara di contorno al G.P. di Inghilterra, impressionando così tanto Frank Williams che, 2 giorni dopo il G.P. del 1983, gli fece provare una sua F1.

Fu così che il destino beffardo fece iniziare e chiudere la carriera di Ayrton in F1 al volante di una F1 Williams.

Le capacità di guida di Ayrton non sono mai state messe in discussione, ma, per valutarne la precisione “millimetrica” nel compiere traiettorie ad alta velocità, è utile ricordare un episodio nel G.P. USA corso a Dallas, dove Ayrton, pur guidando una non competitiva Toleman, partiva in griglia dal 6° posto: era già 4° quando in una curva a destra urtò le barriere ponendo fine alla sua corsa.

Tornò al box esclamando: “Non posso avere sbagliato, deve essersi spostato il muro!”; ovviamente, data l’incredibile affermazione, nessuno gli credette, ma a seguito delle insistenze di Ayrton, il suo direttore Pat Symonds, colpito da tanta sicurezza, acconsentì ad accompagnarlo al muro incriminato, scoprendo che effettivamente, a causa di un precedente urto da parte di un altro concorrente, il new jersey usato per delimitare il percorso era stato effettivamente spostato di qualche centimetro. Da allora la precisione di Ayrton nella guida non fu mai più messa in discussione.

La curiosità di Ayrton per i vari aspetti motoristici lo spinse nel settembre 1986 a provare in gran segreto anche alcune auto da rally in un circuito nelle colline del Galles, tracciato usato abitualmente dalla “Welsch Forest Rally School”. Malgrado le promesse di potere provare i “mostri Gruppo B”, Lancia, Peugeot e Ford non inviarono le loro auto di vertice nel gruppo “B” e Senna poté provare solamente la Metro 6R4 Gruppo B. affiancata da altre auto: una Vauxall Nova Challenge, una Ford Sierra Gruppo 1, una VW Golf GTI 16V Gruppo 2 e una Ford Escort 4×4 Gruppo 4, auto comunque potenti che Senna domò con grande abilità senza danneggiarle durante la prova. Alla fine, Ayrton dichiarò che era stato uno dei giorni più belli della sua vita, ma che mai avrebbe corso un rally vero, giudicandola una specialità troppo pericolosa!

Ma non solo le auto da Rally hanno caratterizzato le esperienze di Ayrton fuori dalla F1. Il 12 maggio 1984 Senna fu invitato alla corsa dei Campioni sul circuito del Nurburgring per correre, al volante della Mercedes 190 2.3 16 V, una gara riservata alle celebrità della F1 la cui lista comprendeva campioni di F1 del presente e del passato.

Partito 3° dietro Prost e Reuteman, alla partenza la pioggia amica di Senna si manifestò lasciando ad Ayrton via libera per sorpassare chi lo precedeva e per conquistare la prima posizione e mantenerla a lungo, fino a quando negli specchietti Ayrton vide l’auto di Lauda che era partito in fondo alla griglia.

Lauda sorpassò Senna ed Ayrton ripassò Lauda; i due si scambiarono la prima posizione per tutta la competizione. Alla fine Senna in vista del traguardo con un sorpasso incredibile superò Lauda sul filo di lana distanziandolo di soli 0,3”! Dopo la gara Ayrton disse: “Ora sono sicuro di potere arrivare al titolo mondiale!

L’orgoglio nazionale di Senna si manifestò compiutamente a Detroit nel 1986 durante lo svolgimento del G.P. USA. Mentre Senna vinceva il G.P., il Brasile veniva eliminato dalla Coppa del mondo di calcio gettando l’intera nazione nel più grande sconforto. Durante il giro finale, Ayrton scorse al bordo pista una bandiera brasiliana, si fermò e chiese ad un addetto alla pista di portargliela, continuò il giro con la bandiera brasiliana e se la portò anche sul podio riscattando con quel gesto la sconfitta calcistica e diventando per tutti i brasiliani “Ayrton Senna do Brasil”.

La grinta e determinazione di Senna non sono mai state messe in dubbio, anche se agli inizi della carriera la sua guida era molto “disinvolta” ai limiti della “scorrettezza”. Nel G.P. di Germania del 1987 Alboreto con la Ferrari sbagliò una marcia e Senna ne approfittò per affiancarlo e spingerlo sull’erba percorrendo tutto il rettifilo, senza dargli modo di rientrare. Alboreto abbozzò aspettando l’occasione più propizia per rendergli la pariglia al G.P. d’Austria a Zeltweg: durante le prove libere, appena vide arrivare Senna, aspettò che lo raggiungesse e frenò all’improvviso facendosi tamponare distruggendo il musetto della Lotus gialla di Senna che si spaventò non poco perché ne perse il controllo. Anni dopo Senna ammise che Alboreto gli aveva dato una bella lezione che non aveva mai scordato.

Alla fine del 1992 la Mc Laren, a seguito dell’abbandono della Honda, era alla ricerca di un nuovo motore e Senna di nuovi stimoli. Fu così che provò sul circuito privato di Roger Penske una Penske-Chevrolet, una potente e veloce formula Indy. Malgrado il circuito fosse stretto e tortuoso e non avesse mai guidato una formula Indy, Ayrton impressionò per la sua velocità e Penske gli fece capire che per lui un posto ci sarebbe stato sempre. Malgrado le difficoltà in McLaren, Ayrton rimase fedele alla F1 ed alla McLaren, spuntando un contratto che gli garantiva un milione di dollari a gara e la possibilità di rompere l’accordo in qualsiasi momento, considerata la futura adozione del motore Ford da parte di McLaren, motore che non entusiasmava Ayrton.

Alla fine estate del 1993, Senna, evidenziando la scarsa potenza del motore Ford, spinse la McLaren a provare il motore Lamborghini il cui progettista, l’ing. Mauro Forghieri, era una garanzia di potenza, garanzia confermata dall’utilizzo del motore Lamborghini anche da parte di altre squadre di F1 come Larousse e Minardi. Fu così approntata un’auto apposita, che mosse i primi passi nel Galles e che fu successivamente portata in Portogallo per essere testata a fondo da Senna e dal suo compagno Mika Hakkinen: ambo i piloti giudicarono entusiasmante quel motore, spingendo Senna a chiedere di installare il motore 3.5 V12 Lamborghini per le restanti ultime tre gare e per la stagione successiva.

Purtroppo per Senna la scelta della McLaren cadde sul motore Peugeot che non fu in grado di confermare le aspettative. Probabilmente la cocente delusione di Ayrton, di non potere disporre di un motore adeguato, lo spinse ad abbandonare la McLaren per salire sulla Williams motorizzata Renault, che purtroppo il 1° Maggio del 1994 sul circuito di Imola, chiuderà tragicamente la carriera di uno dei piloti “stellari” della F1.

Il discusso rapporto con Dio da parte di Senna era cosa molto nota. Assiduo lettore della Bibbia sosteneva: “La cosa migliore che abbia mai letto e che mi aiuta davvero a rilassarmi è la Bibbia. È il miglior libro, il più grande “best seller” di tutti i tempi. In esso possiamo trovare tutte le spiegazioni e tutte le risposte che cerchiamo. Credo che non basti una vita per leggerlo bene”. Fonti molto accreditate riportano che Senna, al mattino del suo giorno fatale, avesse letto il seguente passo della seconda lettera di Paolo ai Corinti: “Essere assenti dal corpo è essere presenti presso il signore Dio”.

Mentre, per la maggior parte della gente, la vicenda Senna si concluse con la dipartita dello stesso, la vicenda giudiziaria si concluse solamente dopo 14 anni, il 13 Aprile 2007, con la definitiva sentenza della Terza Sezione Penale della Cassazione, che stabilì che la causa iniziale dell’incidente era dovuto alla rottura del piantone dello sterzo, così come ipotizzato dalla rivista settimanale automobilistica Autosprint a seguito delle immagini che mostravano, fino dall’inizio, accanto alla monoposto appena accidentata il volante con solamente un pezzo corto di tubo d’acciaio.

Ad onore del vero, il piantone della Williams FW 16 aveva una configurazione non lineare ma con una geometria a diametri variabili per la presenza di canotti aggiunti per incrementarne localmente la resistenza oppure come quello finale utilizzato per fare passare un cavo elettrico (segnale dell’angolo di sterzata oppure momento torcente applicato al piantone dello sterzo?). Secondo la tesi più accreditata fu Senna che chiese di “alzare” il volante, ma non c’era più spazio per agire sul cruscotto del telaio, ed allora sembrerebbe che i tecnici ai box abbiano usato un tubo di diametro inferiore che consentiva di “alzare” il piantone dello sterzo ma la cui saldatura rendeva la struttura più debole.

Il grande avversario di Senna in F1 fu sempre Prost, una rivalità iniziata nel 1984 quando Ayrton al volante della non competitiva Toleman durante il G.P. di Montecarlo sul bagnato, “rifilava” 7 secondi al giro al grande Prost al volante della più competitiva Mc Laren.

Una rivalità fra un pilota veloce ma costante (Prost) contro un pilota imprevedibile a volte velocissimo (Senna): due piloti diversi ma così simili nei risultati come da tabella sottostante:

Evento preso in considerazioneSennaProst
Titoli Mondiali vinti nella stessa squadra11
Secondi posti iridati nella stessa squadra11
Record di vittorie in uno stesso G.P.66
Media (N° Vittorie / N° Gran Premi)(41/161) 25%(51/196) 25%
Mondiali persi perché buttati fuori dal Compagno di squadra11
Titoli iridati vinti in McLaren33
Secondi posti nel Mondiale piloti quando in McLaren22
Quarti posti nel Mondiale piloti quando in McLaren11
Somma tra: Vittorie, Giri veloci, Pole Position125125
Vittorie con solo metà dei punti assegnati11
Squalifiche dopo avere vinto una gara11
Bandiera Nera in carriera11
Iscritti senza prendere il via al G.P.11

Termina qui questo articolo che illustra in minima parte quanto è possibile approfondire durante la mostra al MAuTo in onore di Ayrton Senna, mostra che mi sento di consigliare.

Testo e foto di Flavio Scopinich