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Quando la Ferrari chiese (ed ottenne) l’aiuto della Lancia per vincere la Targa Florio

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Targa Florio 1972: la Ferrari di Munari sorpassa l'Alfa Romeo 33TT13

Nel 1972 la Casa di Maranello conquistò il Campionato Mondiale Marche con dieci successi su undici gare disputate

Nel 1972 la Ferrari partecipava con la Ferrari 312 S al Mondiale Marche. Sue principali avversarie erano le Alfa Romeo, le Porsche, le Lola e le altre marche degli anni ’70. Tutti squadroni che ingaggiavano piloti velocissimi in pista (molti correvano anche in F1).

Fra le varie gare del campionato Mondiale Marche, c’era da disputare la Targa Florio, una gara anomala di quasi 800 Km di lunghezza, che si correva su di un percorso lungo 72 Km da compiere 11 volte: praticamente – considerando la lunghezza sul giro ed il tipo di strade da percorrere – un rally per vetture sport e sport prototipo.

Ferrari riteneva che per correre la Targa Florio fosse più utile avere al muretto dei box un esperto di rally piuttosto che uno esperto di gare su pista. Quindi cercò di avvalersi dell’esperienza di Cesare Fiorio che negli anni ’70 con la Squadra Corse Lancia stava mietendo un successo dietro l’altro come, ad esempio, la recente vittoria al Rally di Montecarlo, grazie anche ad un certo Sandro Munari detto “Drago” che meglio di tutti sapeva interpretare e gestire una gara su strada, dove oltre la necessità di spingere al massimo per andare veloci, non bisogna dimenticare di conservare la meccanica dell’auto, per poterla portare in fondo alla gara. Purtroppo per Ferrari, sia Cesare Fiorio che Sandro Munari, non erano liberi ma erano ambedue sotto contratto con la Lancia.

Enzo Ferrari, non era una persona che si arrendeva alla prima difficoltà e sapeva cogliere ogni aspetto del fato, quando fosse a lui favorevole. Il destino gli venne incontro perché in Lancia – al fine di sostituire la Fulvia Coupé – un gruppo di tecnici e piloti già stava studiando una nuova auto a motore centrale, per correre nei rally.

I progettisti Lancia pensavano ad una macchina potente, maneggevole ed adatta a correre su diversi campi di gara: dalle strade innevate dei rally nordici alle strade sterrate e sabbiose di quelli africani. Serviva quindi un propulsore potente e capace di essere installato trasversalmente alle spalle del pilota: purtroppo, nella produzione motoristica Lancia, non c’era un propulsore adeguato alle richieste dei progettisti.

L’unico motore potente col cambio trasversale e disponibile sul mercato italiano era quello montato sulla Dino 246 GT, un ottimo motore 6V da 2,4 litri che già nella versione stradale a 2 valvole per cilindro era montato trasversalmente su quella bella e sinuosa Berlinetta. Un propulsore capace di erogare 195 CV a 8.000 giri/min. nella versione di serie, ma facilmente modificabile per ottenere un ulteriore incremento di potenza, quando “elaborato” per una versione più spinta destinata alle competizioni.

In quel frangente, Ferrari dimostrò fin dove lui si poteva spingere quando voleva qualcosa. Sapendo che la Lancia era interessata al gruppo propulsore della Dino 246 GT, impose alla stessa Lancia una condizione capestro per la fornitura dei motori 2400 V6 da installare sulla nascitura Stratos: chiese ed ottenne che Cesare Fiorio e Sandro Munari fossero “prestati” dalla Lancia alla Ferrari, per potere organizzare e correre la 56^ Targa Florio.

Alla vigilia della Targa Florio, la Ferrari 312 S si stava rivelando una macchina molto veloce ed affidabile: prima della Targa Florio aveva già conquistato 6 vittorie su 6 gare disputate. In programma nel mese di Maggio c’era da disputare la 56^ Targa Florio, nella categoria Sport (fino a 3000): la Ferrari poteva presentare una sola vettura, la 312SB (Sport Barchetta) contro lo squadrone Alfa Romeo, che aveva la possibilità di schierare ben quattro auto pilotate dalla crema dei piloti velocisti dell’epoca. La griglia di partenza delle prime cinque vetture Sport fino a 3000 cmc era così suddivisa:

N°1 – Alfa-Romeo 33TT-3    Piloti: Nino Vaccarella – Rolf Stommelen

N°2 – Alfa-Romeo 33TT-3    Piloti: Vic Elford – Gijs Van Lennep

N°3 – Ferrari 312 SB           Piloti: Arturo Merzario – Sandro Munari

N°4 – Alfa-Romeo 33TT-3    Piloti: Andrea De Adamich – Antoine Hezemans

N°5 – Alfa-Romeo 33TT-3    Piloti: “Nanni” (Giovanni Galli) – Helmut Marko

N°6 – Abarth Osella 2000     Piloti: Carlo Facetti “Pam” (Marsilio Pasotti) [Fino a 2000].


Ferrari, vista la disparità numerica, ebbe la conferma che correre la Targa Florio in quelle condizioni sarebbe stata una lotta tipo Davide contro Golia, con la Ferrari messa a sandwich nel mezzo dello squadrone Alfa Romeo. La strategia della Casa di Arese era evidente: la N°1 e la N°2,  affidate a piloti molto veloci, a fare da lepre per obbligare la Ferrari a correre e (forse) rompere, mentre la N°4 e N°5, affidate a piloti esperti di gare a lunga durata, ad inseguire per cogliere la vittoria in caso di abbandono della Ferrari. Effettivamente la N°2 si ritirò al primo giro per noie al motore e anche la N°1 abbandono la gara al quarto giro per noie al motore, lasciando la N°4 e la N°5 ad inseguire la Ferrari, rimasta sola al comando. L’avere posto Cesare Florio al muretto a gestire la corsa si rivelò la mossa vincente: l’organizzazione di Cesare Fiorio e della sua rete di radioamatori consentì all’equipaggio Arturo Merzario – Sandro Munari di portare alla vittoria la Ferrari 312 PB battendo in volata l’Alfa Romeo 33TT/3 di “Nanni” (Giovanni Galli) – Helmut Marko. Quest’ultimo, malgrado l’impegno profuso e pur avendo fatto segnare all’arrivo il giro più veloce (in 33’41” ad una media di 128,253 Km/h), riuscì a recuperare quasi 30″ sul distacco iniziale, ma arrivò comunque secondo a soli 16″ dalla Ferrari vincitrice.

Lo stesso Merzario, a fine gara, riconobbe che, senza le continue informazioni sul distacco da Helmut Marko, non sarebbe riuscito a gestire il vantaggio di 45″ che aveva al passaggio dell’inizio dell’ultimo giro. Per onore della cronaca, l’altra Alfa Romeo rimasta in gara, la N°4 di De Adamich – Hezemans, giunse terza assoluta come previsto nei piani iniziali.

Per concludere, vorrei ricordare che in quell’anno nel mondiale Sport il dominio Ferrari e della fantastica 312SB fu assoluto (come da tabella in calce)  fatta eccezione per la 24Ore di Le Mans che fu appannaggio della Matra-Simca. Una non partecipazione, dovuta al fatto che la Ferrari riteneva che il 3 litri V12 della 312, derivato dalla F1 e concepito per gare da 1000 Km, non fosse sufficientemente affidabile per una corsa di oltre 4700 Km come fu la 24 Ore di Le Mans del 1972.

Testo e foto di Flavio Scopinich

(Alcune tra le immagini inserite nell’articolo sono state reperite in rete)