Il preparatore genovese si è spento la scorsa notte a 85 anni
La frase della Bibbia “Chi trova un amico trova un tesoro”, poi diventata proverbio popolare, gli calzava a pennello. Perché Nicola Albanese – il famoso preparatore genovese spentosi ieri sera a 85 anni, circondato dall’affetto di tutti i suoi cari – oltre ad essere un grande lavoratore ed un ottimo marito e padre di famiglia, era veramente un amico fedele, un prezioso punto di riferimento, gentile e sempre disponibile con tutti, moralmente retto e uomo di poche parole ma tutto d’un pezzo.
L’attività di preparatore di auto da corsa Nicola Albanese l’aveva intrapresa nel 1965 con una Fiat 500, dopo aver seguito la Formula 875 del genovese Mimmo Cevasco. In quegli anni costruì anche una Formula 850 che però non corse mai. Alla fine degli anni Settanta Nicola Albanese iniziò a collaborare intensamente con la Scuderia del Grifone, per conto della quale preparò le A122 Abarth partecipanti all’omonimo trofeo.
In quegli anni, allestì una quindicina di vetture su cui, nelle varie edizioni, si alternarono alla guida, tra i tanti, il compianto Attilio Bettega, primo vincitore del trofeo, il genovese Fabrizio Tabaton, che vinse il trofeo l’anno dopo, Carlo Capone e Michele Cinotto. Preparò, inoltre la Fiat Ritmo gruppo 2 con cui nel 1980 Carlo Capone vinse il 1° Rally della Lanterna e, in seguito, la Ritmo 130 con cui Paolo Fabrizio Fabbri vinse il tricolore rally.
Nel 1981 tre piccole Fiat 127, tra la sorpresa generale, presero parte al Safari Rally, in Kenia: le aveva allestite Nicola Albanese nella sua officina a Genova. Le tre Fiat 127 preparate per la gara africana erano, rispettivamente, quella nera di Sandro Molino, il primo pilota a cui Albanese allestì questa berlinetta, e le bianche del genovese Stefano Adani e del varesotto Giancarlo Balestra, che viveva in Kenia per gran parte dell’anno.
La partecipazione delle tre 127 al Safari Rally non si concluse nel migliore dei modi. Le berlinette, infatti, furono tutte e tre costrette al ritiro ma per motivi non gravi: Adani fu vittima di diverse forature e finì fuori tempo; Balestra andò ko per problemi elettrici e Molino, che tra i tre fu quello a fare più km, alla fine dovette arrendersi per noie ai freni. Nicola Albanese era presente a fare assistenza insieme ad un meccanico locale.
Quella di Sandro Molino è stata la seconda Fiat 127 allestita da Nicola Albanese. In precedenza, per conto dell’allora Scuderia del Grifone, aveva preparato quella con cui, nel 1979, il veneto Luigi Dalla Pozza partecipò al Campionato italiano Rally.
Quella del Safari Rally non fu, però, l’unica esperienza africana di Nicola Albanese. Insieme a Sandro Molino, infatti, ha disputato come co-pilota ben 9 volte il Rally Costa d’Avorio, sette delle quali con la 127, una con la Subaru, con cui vinsero il Gruppo2, e l’ultima con la Delta Integrale, che si fermò a metà gara per la rottura di un cuscinetto della distribuzione. Sia la Subaru che la Delta erano state preparate da Nicola Albanese.
La Fiat 127 gli ha dato davvero grosse soddisfazioni. Un anno, in Costa d’Avorio, giunsero al settimo posto assoluto, risultato che fece loro ricevere i complimenti di Walter Rohrl, vincitore della gara, che sul palco d’arrivo gli offrì la sua bottiglia di champagne e li indicò a tutti come i veri vincitori della gara.
L’ultimo saluto a Nicola Albanese domani mattina a Genova nella Chiesa di Santa Zita in Corso Buenos Aires. Alla moglie Franca e agli amati figli Paola, Laura e Luca un grande abbraccio e le nostre più sentite condoglianze.