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Tunnel di Genova: e se la talpa incoccia le bombe?

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La mappa delle bombe inglesi cadute nel bombardamento navale del 9 Febbraio 1941

Recentemente sono apparsi degli articoli sul futuro tunnel sottomarino che attraverserà il porto di Genova al fine di collegare Lungomare Canepa con il quartiere della Foce.

Secondo l’articolo pubblicato su virgilio.it,  (https://www.virgilio.it/motori/notizie/primo-tunnel-sottomarino-italia-piu-grande-europa/215819/ è stato definito “Primo tunnel sottomarino d’Italia, il più grande d’Europa” ed anche “Con i suoi 3,4 chilometri di lunghezza e un diametro di scavo di 16 metri il tunnel di Genova entra nella storia”.

Informazioni ad “effetto” a condizione di ignorare l’esistenza del tunnel sotto la Manica, che corre per ben 39 km sotto il mare, oppure quello di 8 km che, partendo da Copenaghen, unisce la Danimarca con il ponte che successivamente attraversa lo stretto di Oresund.

Ma anche considerando che comunque sarebbe il primo tunnel subacqueo italiano (la lunghezza di soli 3,2 km in questo caso non importerebbe) c’è da considerare il fatto che nel lontano 9 Febbraio 1941, durante il bombardamento navale inglese, la flotta britannica disseminò l’area (dove è previsto costruire il tunnel) di bombe che furono monitorate, e probabilmente recuperate, come dalla mappa che pubblichiamo.

Ma l’ipotesi, tutt’altro che improbabile, che qualche bomba non ancora identificata giaccia sul fondo del porto, come quella trovata durante gli scavi al nuovo waterfront alla Fiera del Mare), potrebbe, se incontrata, portare ad ulteriori rallentamenti se non ostacolare, in modo oltremodo oneroso, i lavori di costruzione in termini di soldi e di tempo.

Flavio Scopinich