Dopo i successi su ghiaccio e nei rally in circuito, il sedicenne pilota della Val Pellice primeggia sulla pista terra – asfalto di Castelletto di Branduzzo
Se un pilota è vincente, vince in tutte le specialità. Assioma difficile da dimostrare, specie nei tempi attuali, quando l’iperspecializzazione di gare e vetture porta i piloti a impegnarsi in una e una sola specialità. Sta invece impegnandosi a dimostrare quanto questo postulato sia verità Jean Claude Vallino, che nell’arco di pochissimi mesi è riuscito a vincere nelle gare di Campionato Italiano Velocità su Ghiaccio, poi nei rally in circuito e nello scorso fine settimana nel Rallycross, imponendosi nella propria categoria nella gara di Campionato Italiano RX che si è svolta sull’impianto di Castelletto di Branduzzo (PV).
Ancora una volta in inferiorità tecnica, il sedicenne di Angrogna non si è minimamente scomposto e ha dominato la gara facendo sue tre delle quattro manche di qualificazione che formavano la griglia di partenza per la finale di sei giri sulla pista di 1430 metri; per poi andare a vincere perentoriamente anche la finale con un vantaggio di quasi 4” sul migliore inseguitore staccando inoltre il giro più veloce.
“È stata una gara molto divertente, anche se ho scoperto che gareggiare in bagarre, sportello contro sportello non mi piace tanto quanto spingere da solo la vettura al limite come accade in prova speciale” afferma il talentuoso portacolori di Meteco Corse, che immediatamente chiarisce di non aver paura del contatto fisico, che pure ha lasciato più di un segno sulla carrozzeria della sua Opel Astra, quanto per una perfezione tecnica che nella bagarre raramente si riesce ad avere. “A differenza delle gare su ghiaccio, dove le batterie sono sì formate da sei concorrenti che però scattano scaglionati, qui era bagarre pura e tutti i sei concorrenti della batteria scattano insieme all’accendersi del semaforo verde. Questo significa dimenticarsi la traiettoria ottimale, quella più veloce, perché devi impostare il tuo percorso sulla traiettoria che ti permetta di difendere la posizione da attacchi, anche estremi, se sei davanti, o di infilare l’avversario se sei all’inseguimento”.
Chiarita questa piccola, ma significativa, avversione nei confronti delle gare sportello a sportello, Jean Claude Vallino ha subito fatto valere la sua classe, imponendosi con autorevolezza sugli altri sei avversari della categoria Supertouring con la sua Opel Astra Gruppo N (ph), una vettura che pagava debito di potenza peso ed età nei confronti delle più moderne e performanti Renault Clio, Honda Civic, Citroën Saxo. Il pilota della Val Pellice ha dimostrato non solo di essere molto veloce in pista ma di avere anche una chiara visione della strategia di gara giocandosi il giro jolly – un giro di pista obbligatorio per ogni batteria, leggermente più lungo e diverso dagli altri giri consueti, che ha lo scopo di rimescolare le carte, un po’ come il pit stop nelle gare di Formula 1 – nel momento più opportuno.
“In partenza, anche quando ero in pole position, venivo superato da almeno un altro concorrente, essendo la mia Astra meno reattiva al semaforo verde. In quel caso se non riuscivo subito a recuperare la prima posizione, mi giocavo immediatamente il Supergiro, in modo da uscire dalla variante distanziato dagli altri concorrenti, avere tutta la pista libera davanti a me e poter spingere al massimo, recuperando terreno fino a ritrovarmi al comando senza nemmeno bisogno di effettuare il sorpasso quando gli avversari effettuavano il loro Supergiro. Quando sono riuscito a mantenere il primato in partenza ho rivoluzionato la strategia, spingendo a fondo per staccare gli avversari in modo da acquisire quel vantaggio che mi permettesse di rimanere al comando anche quando effettuavo il Supergiro”.
La strategia, come dimostrano i riscontri cronometrici, ha perfettamente funzionato e a fine giornata Jean Claude Vallino è salito sul gradino più dal podio, alzando la coppa al cielo per festeggiare la sua terza vittoria consecutiva, dimostrando anche un costante miglioramento delle sue prestazioni, passando dall’1’25” con cui ha effettuato i primi giri all’1’19”457, giro record della finale.
“Il Rallycross è una specialità molto interessante – ha concluso Jean Claude Vallino – e anche particolarmente tecnica, visto che si svolge su piste in parte asfaltate e in parte sterrate. È molto divertente il momento in cui si passa dalla terra all’asfalto con le gomme tutte impastate di terriccio che hanno scarsissima tenuta e in quel momento la vettura sembra andare dove vuole lei. Sicuramente in qui momenti mi sono state molto utili le esperienze fatte in inverno nelle gare su ghiaccio per premettermi di controllare perfettamente la vettura”.