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La Citroën CX compie 50 anni

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Sinonimo di eleganza e aerodinamica, fu lanciata alla fine di agosto del 1974

Progettata nel 1974 per sostituire la DS, a sua volta succeduta alla Traction, la CX viene ricordata ancora oggi come il modello emblematico Citroën degli anni 1970 e 1980. Come i suoi due prestigiosi predecessori, vanta numerose innovazioni tecniche che, nel corso dei suoi 17 anni di carriera, le hanno conferito qualità eccezionali e la contraddistinguono ancora nel 2024. Il suo stile unico garantisce un’identità elegante, dalle linee ribassate e aerodinamiche, che è immediatamente riconoscibile. La CX venne sostituita nell’estate del 1989 dalla XM, presentata nel mese di maggio dello stesso anno. Tuttavia, le sue versioni station-wagon continuarono ad essere prodotte fino all’estate del 1991.

La CX, o l’arte di trarre il meglio dal progresso

La CX venne lanciata ufficialmente il 26 agosto 1974, esattamente due mesi dopo l’annuncio della fusione tra Automobiles Citroën e Automobiles Peugeot. Presentate alla stampa in Svezia nel luglio precedente, le ventidue CX 2000 e CX 2200 utilizzate per i test fecero un ritorno trionfale a Parigi, presso lo store Citroën sull’Avenue des Champs-Elysées, nell’ambito di un tour di 6 giorni e 3.400 km, denominato Raid Arctique 1974. Al volante c’erano ventidue giovani piloti che l’anno precedente avevano partecipato al Raid Afrique 1973 a bordo di una 2CV.

Lanciata il 28 agosto 1974, la CX 2000 attirò molta attenzione al Salone dell’Automobile di Parigi nel successivo mese di ottobre. Protagonista dello stand Citroën, venne immediatamente riconosciuta come una vettura innovativa. Da modelli che l’avevano preceduta, ereditò la trazione anteriore, le sospensioni idro-pneumatiche e i freni a disco a doppio circuito ad alta pressione, ormai associati all’immagine di Citroën. Ma la nuova arrivata vantava anche una serie di innovazioni originali. Il motore a quattro cilindri trasversale era posizionato nello sbalzo anteriore e inclinato in avanti per ottimizzare ulteriormente la distribuzione dei pesi e la tenuta di strada. Per offrire un comfort eccezionale, la carrozzeria monoscocca era collegata al telaio degli assi tramite sedici puntoni elastici che erano in grado di filtrare il rumore e le vibrazioni provenienti dagli assi anteriore e posteriore, oltre che dal motore e dal cambio di velocità.

Sul piano estetico, oltre alle sue linee particolarmente aerodinamiche, come sottolineato dal nome CX, l’intero allestimento interno era stato oggetto di uno studio molto dettagliato. La caratteristica più emblematica era senza dubbio il famoso quadro strumenti a forma di lunetta, che troneggiava sulla plancia come sorta di navicella spaziale. L’aspetto ergonomico e il fattore sicurezza non erano certo stati tralasciati. In primo luogo, tutti i consueti comandi essenziali per la guida, come i fari, gli indicatori di direzione, il tergicristallo e il segnalatore acustico, erano accessibili con la punta delle dita, senza dover lasciare il volante. Tutte le finiture e i componenti interni non presentavano spigoli acuti e i materiali erano studiati per essere tanto resistenti quanto gli organi del corpo umano. Un’altra innovazione del 1974 furono le cinture di sicurezza anteriori retrattili.

Le molteplici qualità della vettura non passarono certo inosservate e, il 29 gennaio 1975, la stampa automobilistica europea le conferì il titolo di Auto dell’Anno 1975, davanti alla Volkswagen Golf, all’Audi 50, alla Fiat 131 e alla Volvo 200. A partire da luglio 1975, la CX adottò anche il famoso sistema di servosterzo Diravi, prodotto dalla SM. Questo nuovo tipo di servosterzo, la cui durezza dipendeva dalla velocità, assicurava una sterzata eccezionale in tutte le condizioni – sull’asciutto, sul bagnato e sulla neve – e a tutte le velocità. Inizialmente disponibile a richiesta, venne poi montato di serie su tutta la gamma.

Innovazione costante

Nel corso degli anni, anche la CX ha continuato ad evolversi, adottando innovazioni e soluzioni tecniche che, per la maggior parte, sono diventate la norma mezzo secolo dopo. Ecco alcuni esempi: 1975: climatizzazione, cristalli elettrici sulle quattro porte, due specchietti retrovisori esterni a comando interno, fari antinebbia posteriori; 1976: cambio di velocità semiautomatico; 1977: motore a iniezione a benzina, cambio di velocità a cinque marce, tettuccio apribile elettrico, fendinebbia, accensione elettronica a transistor e cerchi in lega leggera; 1978: cinture di sicurezza posteriori e serrature automatiche elettromagnetiche delle porte; 1979: astina dell’olio elettrica sul cruscotto; 1980: impianto lavacristallo del parabrezza integrato nel tergicristallo, economizzatore di consumo di carburante e cambio di velocità automatico; 1981: pneumatici a basso profilo e Cruise Control; 1982: sistema di chiusura centralizzata delle porte, compresi bagagliaio e sportello di rifornimento del carburante; 1983: motore turbodiesel e controllo automatico della temperatura nell’abitacolo; 1984: motore turbo a iniezione a benzina; 1985: impianto frenante con sistema antibloccaggio (ABS), rilevatore di ghiaccio, indicatore di lampadine difettose, segnale di apertura porta, specchietti retrovisori riscaldati a comando elettrico con vetri oscurati, avviso acustico di accensione delle luci e chiusura centralizzata con telecomando a infrarossi e attivazione sincronizzata delle luci interne; 1986: sbrinatore automatico del lunotto posteriore; 1987: motore turbodiesel con scambiatore di calore aria-aria e immobilizzatore codificato.

Modelli principali

Nel corso della sua carriera, la CX ha dato vita a una gamma particolarmente ampia e ricca, con una vasta scelta di motorizzazioni. Alcune di queste modelli hanno lasciato un’impronta particolarmente vivida, tanto per la loro personalità quanto per la loro esclusività ed eccellenza.

CX 2000 – Fu la prima in assoluto di tutti i modelli CX. Fece scalpore allo stand Citroën al Salone dell’Automobile di Parigi, presso il Centro Esposizioni della Porte de Versailles, nell’ottobre del 1974. Era alimentata da un motore a quattro cilindri, 1.985 cm3 di cilindrata, 11 bhp e 102 CV DIN. Affiancata dalla CX 2200 dal gennaio 1975 e dalla CX 2400 dal luglio 1976, scomparve nel luglio 1979 con il lancio della CX Reflex e della CX Athena, dotate di un nuovo motore 2 l in lega leggera con albero a camme in testa.

CX Prestige – Sulla scia della Traction e della DS che l’avevano preceduta, la CX si affermò rapidamente come l’auto preferita delle personalità politiche.

Sindaci di grandi città, prefetti, senatori, deputati, ministri ed esponenti politici ne apprezzarono l’eleganza, il comfort e la sicurezza. Naturalmente, il Primo Ministro e il Presidente della Repubblica non furono da meno. Citroën decise ben presto di prestare particolare attenzione a questa importante clientela e nel febbraio 1976 presentò il CX Prestige.

Oltre a finiture top di gamma particolarmente eleganti, con tetto in vinile e mostrine in acciaio inossidabile, la CX Prestige vantava anche un maggiore spazio per i sedili posteriori, grazie a una carrozzeria più lunga di 25 cm a livello del passo. Nel settembre 1978, lo spazio interno fu ulteriormente migliorato con l’adozione di un tetto rialzato di 4 cm. Sebbene fosse equipaggiata con i motori a benzina più potenti dell’epoca, nel novembre 1979 venne presentata una versione con motore Diesel, denominata CX Limousine, con finiture CX Super migliorate.

CX Diesel e CX Turbo Diesel – Nel dicembre 1975, Citroën confermò l’intenzione di sviluppare una vera e propria gamma basata sulla CX e lanciò una versione Diesel della CX 2200. Da quel momento in poi, la CX, sia in versione berlina che in versione station-wagon, fu l’auto francese per eccellenza grazie alla quale il motore Diesel acquisì autorevolezza. Equipaggiata con un turbocompressore nell’aprile 1983, l’apoteosi fu raggiunta nel marzo 1987 con la CX 25 TRD Turbo 2, che adottò un nuovo motore da 2.500 cm3, 120 bhp (anziché 95) e una velocità massima di circa 195 km/h!

CX Break, famiglia e affari – Modello di punta della gamma CX, la versione station-wagon venne lanciata nel gennaio 1976. Grazie a un volume interno di 2,03 m3 con i sedili posteriori abbattuti, offriva tutto il comfort, la tenuta di strada e le doti di frenata della berlina. A partire da ottobre 1976, venne proposta una versione familiare allestita con altri due sedili posteriori, in grado di accogliere ben otto persone. Infine, nella primavera del 1984 apparve la CX Enterprise, l’ultima e unica versione commerciale della CX Station-wagon. Sebbene avesse solo due sedili anteriori e le porte posteriori fossero chiuse, offriva una lunghezza e un volume utile record, rispettivamente di 2,03 m e 2.172 dm3. Disponibile con motori a benzina o Diesel, la CX Station-wagon divenne molto rapidamente lo standard di riferimento, e i conducenti di ambulanze puntarono sul sicuro restando fedeli a questa vettura fino alla fine della sua carriera, nell’estate del 1991.

CX GTI, CX GTI Turbo e CX GTI Turbo 2 – Era ovvio che la CX avrebbe rappresentato un degno successore della DS 23 IE e del suo motore a iniezione elettronica. Ciò avvenne a maggio 1977 con il lancio della CX GTI, dotata di un motore a iniezione a benzina L-Type Jetronic da 2.347 cm3. In grado di erogare 128 bhp e abbinato a un cambio a 5 marce, permetteva di raggiungere una velocità massima di 189 km/h. All’esterno, la CX GTI si distingueva non solo per i suoi scudetti speciali, ma anche per le cornici dei cristalli in nero opaco, i cerchi in lega leggera (inizialmente disponibili a richiesta), due fendinebbia e un deflettore dell’aria anteriore. Nell’ottobre 1984, la gamma si arricchì di un motore turbo da 2.500 cm3 e 168 bhp, dando vita alla CX GTI Turbo, in grado di raggiungere una velocità massima di 220 km/h! Infine, nel luglio 1986, l’auto fu ribattezzata CX GTI Turbo 2, con l’aggiunta di uno scambiatore aria-aria che non solo portò la velocità massima a 223 km/h, ma ridusse anche significativamente il consumo di carburante.

La CX in gara, regina in pista

Il CX esordì nel mondo delle competizioni solo 14 mesi dopo la sua presentazione al Salone di Parigi. Il 26 dicembre 1975, tre CX 2200 partirono per il famoso rally-raid Abidjan-Nizza, che diede a Thierry Sabine, allora solo pilota di moto, l’idea di organizzare un evento analogo tra Parigi e Dakar. Dopo 9.246 km di piste, fango, lamiere ondulate e pietre, le tre Citroën superarono tutte le difficoltà e tagliarono il traguardo al 4°, 5° e 6° posto della classifica finale nella categoria a due ruote motrici. Da quel momento in poi, l’Africa e i rally lunga distanza divennero il terreno di gara preferito della nuova Citroën. La sua robustezza e le sue sospensioni idro-pneumatiche le permisero di realizzare molteplici imprese.

Rally del Marocco, Rally delle Mille Piste, Londra-Sydney, Rally dell’Acropoli, Rally 5 x 5 Transafrica e Rally Parigi-Dakar: la CX, sia di serie che preparata, collezionò posti d’onore e vittorie di categoria, misurandosi contro vetture molto più potenti. E più i percorsi erano lunghi, difficili e accidentati, e più le sue sospensioni e la sua robustezza facevano miracoli! Ma fu con la sua nuova livrea tricolore ufficiale, disegnata da Philippe Donati, allievo della famosa scuola di design Camondo, che la CX mise a segno un exploit storico in occasione del 9° Giro Automobilistico del Senegal. Vi presero parte trenta vetture, tra cui cinque CX 2400. Dopo quattro tappe e 3.000 km percorsi in un caldo soffocante, solo sette auto tagliarono il traguardo il 1° novembre 1977. Le mitiche cinque CX di fabbrica terminarono ai primi cinque posti della classifica, battendo una Peugeot 504 TI e una Renault 16! Le CX vinsero il Giro Automobilistico del Senegal anche nel 1978 e 1979.

Anche il Rally Parigi-Dakar permise alla CX di diventare una leggenda dei rally-raid. Innanzitutto, nell’autunno del 1979, Citroën, che colse immediatamente il potenziale mediatico di questo evento straordinario, mise a disposizione del suo organizzatore, Thierry Sabine, quattro Méhari 4×4 e, soprattutto, una CX 2400 GTI, che divenne un vero e proprio portabandiera della gara. A bordo di questa vettura, le ricognizioni per il secondo Rally Parigi-Dakar ebbero grande risonanza. Per la grande Citroën, fu l’occasione di impressionare Thierry Sabine con le sue doti su ogni tipo di terreno impegnativo! L’esperienza venne ripetuta l’anno successivo. Ma il meglio doveva ancora arrivare. Nel 1981, una CX 2400 GTI di fabbrica terminò l’evento al sedicesimo posto, davanti a numerose vetture 4×4 assai più potenti e, soprattutto, prima tra le auto a due ruote motrici! Tuttavia, un’altra CX 2400 GTI di fabbrica, con una maggiore copertura mediatica, fece forte impressione durante il rally e nelle menti degli spettatori. Iscritta al rally da Citroën Belgio, venne guidata per la prima volta da Jacky Ickx, allora quattro volte vincitore della 24 Ore di Le Mans, e dall’attore Claude Brasseur. Dopo aver dato grande spettacolo in testa al gruppo, accumulando posti d’onore, vincendo una prova speciale dopo l’altra e poi una tappa, fu tra i contendenti alla vittoria, chiudendo al terzo posto assoluto al traguardo di Gao. Nonostante due penalità di 10 ore, tenne duro e non si arrese. Diversi ribaltamenti nel corso della penultima tappa la costrinsero alla fine a ritirarsi…

Infine, il 4 dicembre 1981, nell’ambito del Gran Premio di Dubai organizzato negli Emirati Arabi Uniti dall’Al Nasr Motor Sport Club, si svolse la sorprendente Citroën CX Celebrity Race. Per questa gara straordinaria, sedici CX 2400 GTI vennero affidate ad esponenti dell’élite dello sport automobilistico mondiale, tra cui Richard Attwood, Derek Bell, Jack Brabham, John Fitzpatrick, Dan Gurney, Phil Hill, Denny Hulme, Innes Ireland, Stirling Moss, Roy Salvadori, Carroll Shelby, Patrick Tambay e John Watson. Lo spettacolo prese il via. Dal secondo giro in poi, le carrozzerie iniziarono a sfregare l’una contro l’altra e i piloti a tagliare gran parte delle chicane e delle curve. I dieci giri della gara si trasformarono letteralmente in un evento per stock-car. Le immagini di queste sedici furiose CX, paraurti contro paraurti, fecero il giro del mondo! Ma con questa ‘Race of Champions’ ante litteram, la CX concluse la sua carriera sportiva sotto i riflettori e le telecamere. Ora cede il posto nel reparto Competizioni alla scintillante Visa e al suo trofeo in erba.

La CX, una vera “ragazza immagine”

A seconda del modello presentato, la CX fu oggetto di una pubblicità talvolta sobria ed elegante nella sua immagine, talvolta dinamica e incisiva, ma sempre efficace. Le campagne di advertising erano firmate dalla famosa agenzia pubblicitaria RSCG, diretta dal mitico Jacques Séguéla. Ad esempio, apparvero sulla stampa all’inizio degli anni 1980, con celebrità come Françoise Hardy e Jacques Dutronc o l’attrice Miou-Miou che elogiavano la CX in un’ambientazione particolarmente intimista in bianco e nero. Ma la pubblicità per la CX è ricordata anche per alcune campagne particolarmente suggestive, con immagini firmate da Jean-Paul Goude e la presenza dell’iconica modella e attrice Grace Jones. Per il lancio della CX GTI Turbo nell’ottobre 1984, la musa del fotografo-videografo fu al centro di una campagna aggressiva e provocatoria, con lo slogan “La CX GTI Turbo, c’est démon!” Anche se il messaggio fu ritirato con il pretesto della sicurezza stradale, la protagonista non esitò a sottolineare la velocità massima di 220 km/h del nuovo modello con il suo motore turbo… Il Ministro dei Trasporti dell’epoca ne decretò la messa al bando ma, così facendo, diede a questa memorabile campagna una risonanza che andò davvero fuori giri!

La CX in cifre

Considerando tutti i modelli, oltre un milione di CX – per l’esattezza 1.042.460 – è stato prodotto tra il 1974 e il 1991. Questo totale è suddiviso in 913.375 berline, tra cui 29.380 versioni lunghe, dal 1974 al 1989, e 129.085 station-wagon, tra cui 900 Enterprise, dal 1976 al 1991.

C5 X, una degna erede

Anche a distanza di diversi decenni, la CX trova ora una degna erede nella C5 X, che condivide lo stesso stile audace e le stesse ambizioni in termini di comfort e tecnologia. La CX fu acclamata nel 1974 per il suo innovativo design aerodinamico, caratterizzato da linee fluide e da un profilo ribassato. L’elegante C5 X combina l’eleganza di una berlina, il dinamismo e la praticità di una station-wagon con la protezione e la robustezza di un SUV. Entrambi i modelli pongono l’accento sul comfort, elemento centrale dell’identità di Citroën. La CX era nota per le sue sospensioni idro-pneumatiche, che garantivano una guida fluida e regolare, anche sulle strade più accidentate. La C5 X perpetua questa tradizione con sospensioni idrauliche a doppio finecorsa che riproducono l’effetto “tappeto volante” tanto caro a Citroën. Completa di sedili Citroën Advanced Comfort e di un trattamento acustico ottimale, la C5 X è un vero e proprio bozzolo che la invita a viaggiare in totale serenità. Infine, la CX introdusse all’epoca una serie di innovazioni, come lo sterzo servoassistito “Diravi” e un quadro strumenti incentrato sul conducente. La C5 X continua su questa linea, proponendo tecnologie moderne come l’head-up display, gli ausili alla guida avanzati e le moderne funzioni di connettività per semplificare la guida quotidiana. Queste analogie dimostrano come Citroën abbia mantenuto la continuità nei propri valori e nel suo approccio all’esperienza automobilistica.